La notte di sabato 21 aprile 2012 non è una notte come tutte le altre. Reduce da una bellissima serata al Circolo Aurora di Piazza Tasso sorseggio del buon whiskey con amici vecchi e nuovi, nello specifico con tre personaggi la cui musica rimanda a una voglia ben manifesta di condivisione col pubblico di storie, note e viaggi. Sono proprio i viaggi ad avere condotto questi tre menestrelli a Firenze, poco importa se ci sono arrivati in treno o in macchina: la voglia di mettersi in gioco è tanta, così come quella di condividere con il pubblico le proprie emozioni e le proprie avventure.
Bob Corn @ Aurora (FI) http://www.fooltribe.com |
Ho avuto la fortuna di conoscere Tizio (Bob Corn) un estate fa, sempre in occasione di un suo live qui a Firenze e rivederlo è ogni volta un incommensurabile piacere. Con più di 150 concerti realizzati l'anno scorso, tour all'estero e qualche bella data nel corso degli anni (Dinosaur jr., Mike Watt, Explosions In The Sky, Xiu Xiu e Karate tra i tanti) è ormai un nome molto apprezzato nel panorama underground nazionale: manifesto vivente di "sad punk" come lo chiama lui, intona con il suo chitarrino a cinque corde struggenti canzoni d'amore semplici e bellissime al tempo stesso, catturando l'attenzione degli astanti grazie a quel suo modo ipnotico di usare le gambe e sbattere i piedi a terra per tenere una sorta di parte ritmica (chiunque lo abbia visto almeno una volta sa di cosa parlo). Persona incredibile e dal cuore grande, si è sempre dato da fare per la musica: dall'organizzazione di concerti e festival che sono diventati appuntamento fisso per molti (Musica Nelle Valli) alla produzione di dischi di amici con la sua piccola etichetta (Fooltribe). Come sempre, si lascia trasportare dalle good vibrations che percepisce tra il pubblico e, tra un pastis artigianale e qualche storia su come nascono le sue canzoni, colora l'Aurora con un'avvolgente atmosfera in cui tutte le orecchie sono tese e attente a ciò che dice, poco importa se la pronuncia non è impeccabile, l'importante è che arrivi il messaggio. Come ad ogni live di Bob Corn le canzoni colpiscono il pubblico per la loro poeticità acustica e nessuno ne ha mai abbastanza.
Ad aprire le danze prima di Tizio ci sono altri due personaggi dall'indubbia qualità musicale: il primo è David Israel da Austin, Texas; il secondo è Peter Piek direttamente da Lipsia in Germania.
David Israel sul mio letto http://davidisrael.bandcamp.com/ |
Chi è David Israel? Come ti sei avvicinato alla musica in solo?
Sono nato a Pittsbourgh (Pensilvania) ma nove anni fa mi sono trasferito a Austin. Ho studiato teoria musicale e composizione al college, era abbastanza divertente, ma appena mi sono trasferito ho iniziato a scrivere canzoni ispirato sempre di più dal movimento folk e dalla musica che esso portava con sé. Ho cominciato a suonare fin da subito in solo, anche se poi nel corso del tempo si è aggiunto qualcuno a darmi una mano, ma di solito scrivo canzoni da me e per me (in stile Bob Dylan), quindi mi piace molto portarle in solitaria. Mi capita comunque di suonare anche insieme ad altri amici musicisti: ed è sempre bello vedere come cambiano le canzoni a seconda della line up.
Come descriveresti la scena musicale di Austin o quella degli Stati Uniti in generale?
La scena musicale contiene, ovviamente, mille altre realtà: a me piace molto quando vado a suonare da qualche parte e magari ci sono quattro band tutte diverse l'una dall'altra. In Austin poi ci sono molte band valide e tutte spaziano in molti generi, dal noise al folk psichedelico o al garage (genere che va per la maggiore).
Un paio di nomi?
Black Gum (band surf in cui milito come bassista) e Pure X; poi ci sono veramente tantissime band che fanno garage punk, come ti dicevo prima, ma non mi ricordo i nomi.
Questa è la prima volta che vieni in tour in Italia? che ne pensi?
Sì, è la prima volta. Ho suonato a Roma, Bologna, Ferrara, Vicenza, Padova, Rimini. Prima ero in tour con i Black Gum e poi sono venuto qui di corsa. Penso che il pubblico italiano sia molto valido, le persone sono sempre molto attente: a me piace parlare e dire stronzate ogni tanto, magari qualcuno non capisce bene l'inglese, ma sono sempre molto partecipi e interessati. Anche molto educati e curiosi su quel che stai facendo.
Sei contento di come sono andate queste date?
Sì, sono anche stato trattato molto bene sia dal punto di vista dell'ospitalità che da quello professionale, cosa che in America non succede a meno che tu non sia una band famosa.
Ultima, classica domanda: quali band ti hanno influenzato di più durante il tuo percorso musicale e cosa ascolti adesso?
I T. Rex su tutti, sia a livello di influenza musicale che di ascolto, non mi stanco mai di sentirli. Adesso ascolto molta musica anni '60-'70 tipo Harry Nilsson.
Ti piacerebbe tornare in Italia a suonare?
Assolutamente sì, non vedo l'ora!
Peter Piek che fuma in cucina http://peterpiek.com/ |
Peter lo avevo conosciuto il giorno prima durante un suo bellissimo live (accompagnato da una scarna, ma decisiva sezione ritmica) all' Exfila. Voce melliflua e viso da ragazzino, anche lui perennemente in viaggio nella speranza di far avvicinare più gente possibile alla sua musica e al suo mondo, caratterizzato anche da pittura e arte. Peter non doveva suonare ieri, ma visto che era a zonzo l'ho invitato a fare qualche pezzo prima di David e Tizio e lui, ovviamente, non si è lasciato sfuggire l'occasione.
Prima domanda, sempre la solita: ti va di parlarci un po' di te?
Certo, sono nato in Karl-Marx-Stadt (l'attuale Chemnitz, ma adesso vivo in Lipsia), ho studiato musica per un bel po' di tempo. Nell'ultima settimana durante i concerti mi ha accompagnato Christopher, un ottimo batterista svizzero che aggiunge quel tocco in più al live set, ma di solito vado a giro a suonare da solo, adesso per esempio sono in tour da quasi un mese e mezzo in cui ho suonato tutti i giorni, la maggior parte delle volte solo io e la mia chitarra.
Sei stanco?
Sì un po', ma venire in Italia è sempre bellissimo. A parte il cibo e l'ospitalità ottima, qui ci sono dei paesaggi veramente mozzafiato. Una volta ero a suonare in un posto (di cui non ricordo il nome) dove potevi vedere da un lato un enorme lago e dall'altro i monti innevati, veramente bellissimo.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana?
Della scena musicale non saprei, non sono molto informato, ma penso che sia meglio di quanto tutti gli italiani che ho incontrato pensino. Nei club poi l'accoglienza è sempre stata ottima: ho avuto anche bevute gratis e cibo, cose che in Germania le band non famose non sempre riescono ad avere.
Che ti piace ascoltare quando non sei a giro a suonare?
Per la maggior parte ascolto gruppi di amici miei o di persone che ho conosciuto a giro, come Danny Malone, altrimenti un sacco di roba vecchia: Hendrix su tutti.
Come riesci a bilanciare la pittura con l'arte?
Non le separo, cerco di mescolarle: prendendo spunti da entrambi gli ambiti.
Sei rimasto soddisfatto del tour?
Sì, moltissimo. Anche qui in Italia sono stato a suonare in posti fantastici: Roma, Lecco, Firenze sono alcuni dei posti in cui mi sono trovato meglio, ma spero di tornare e rifarli tutti!
Articolo a cura di:
Tommi 'Jena' Fantoni
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