Train de Vie: Morfologia [2011]

Chiunque sia stato un adolescente cresciuto tra concerti liceali e manifestazioni per le strade di Firenze, sa che i Train de Vie non hanno bisogno di presentazioni, ma giusto per quelli che non conoscono la loro carriera basta dire che dal 2002 (anno della loro formazione) hanno collaborato con PFM, Morgan, Marlene Kuntz, Simone Cristicchi, Casinò Royale, Enrico Capuano, Paola Turci, Modena City Ramblers e tanti altri. Chiunque si stesse aspettando il classico sound della band a metà strada tra folk da festival, lampi di manouche e cantautorato popolare verrà subito smentito non appena avrà iniziato l'ascolto di quest'ultimo lavoro. Il gruppo,in un inedita formazione (Andrea Landi alle chitarre e voce, Eleonora Vignozzi al flauto traverso e cori, Alessandro Lo Conte alla batteria e alle programmazioni e Veronica Chincoli al basso e ai cori), si lascia andare a ben altri generi, senza mai tradire se stessi . La grande ed evidente quantità di generi ed influenze proposte, rende sicuramente questo lavoro il più eclettico tra i tutti i dischi del gruppo toscano. Mentre la parte spensierata viene retta dal flauto traverso, l'impostazione e l'architrave dei pezzi viene a formarsi dal sound che gli altri componenti della band compongono cucendo tra di loro alcuni leit moriv e stereotipi dei vari generi che hanno formato la band negli anni. Schitarrate pop rock, riff orecchiabili e atmosfere "danzerecce" si mescolano al profumo di spezie ed incensi , scivolando in un viaggio di spaccati di vita quotidiana tra Africa, Asia, Europa e Sud America. Purtroppo i testi, certo a tratti poetici ed evocativi, non seguono l’evoluzione del gruppo, restando forse troppo ancorati a stilemi classici della più classica realtà gipsy italiana (basti pensare ai MCR).
Morfologia resta comunque un album ben fatto ed estremamente piacevole all’ascolto, che lascia stupiti per l’incredibile percorso svolto dai quattro ragazzi fiorentini e che trova proprio in questo disco una sorta di summa gratificante. Una nota di merito va all’ultima arrivata nel gruppo, Veronica Chincoli, che con il suo basso riesce a donare il giusto groove e omogeneità all'intero lavoro, riuscendo inoltre a donare freschezza e vivacità ad un gruppo che ormai è quasi un’istituzione a Firenze e dintorni, ma che è stato capace di regalare ai suoi moltissimi fan un lato di loro che è insieme innovativo e familiare.

Recensione a cura di:
Guia Graziani Medici


1 commento:

  1. A me non sono mai piaciuti, ma devo ammetere che quest'album è meglio degli altri... Buon lavoro, il vostro blog mi piace molto!

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