Piet Mondrian: S/T [2007]


i Piet Mondrian propongono una prima demo tra le più interessanti mai ascoltate in quell'anno. Ogni traccia, in una cornice pop-minimale, si veste di un neanche troppo mascherato pseudo intellettualismo e critica della società. Le canzoni, tutte in italiano possono a primo acchito sembrare scontate: i temi affrontati alla fine sono sempre gli stessi che angustiano l'Italia ormai da decenni, ma il modo in cui il duo di Fucecchio li presenta è tutta un' altra storia. Minimale, si diceva, sia nell'esiguo numero dei componenti, che nella scelta degli strumenti (solo, si fa per dire, chitarra, tastiera e a volte batteria), una scelta azzardata ma riuscitissima: più elementi musicali/personali avrebbero sicuramente reso più scarna l'armonia delle canzoni che invece, con questo aspetto, hanno il tono di un'amara filastrocca raccontata a dei bambini ignoranti. Gli ignoranti sono gli ascoltatori, ma non se la prendano per questo appellativo poiché il cardine su cui si fondano i Piet Mondrian è soprattutto una visione (ultra) ironica del mondo e delle persone: scherzano con le parole e giocano con le note come se fossero anche loro dei bimbi alle prime armi con la musica. Intellettuali e senza esserlo, audaci nella loro riservatezza e tranquillità. L'alternarsi poi della voce maschile a quella femminile è una chicca rara che enfatizza ancor di più i crudeli (ma quasi mai tristi) poemetti sulla realtà quotidiana. Nelle sonorità si sente l'eco degli Offlaga Disco Pax, ma spogliati dell'aura emiliana e la voce (forse l'unico punto debole del duo) quella di Francesco Bianconi. Pecca vocale, si diceva, ma solo per la troppa somiglianza con il noto cantante e che tuttavia riesce a sorprendere con un cantato che è quasi un recitato: secco, diretto e pulito affinchè arrivi prima e maggiormente comprensibile a noi bambini/ascoltatori. I Piet Mondrian continuano a prendere in giro tutti, persino se stessi, con il cappotto a volte scomodo del continuo critico e presunto intellettualoide, ma anche grazie a questo atteggiamento e alla loro musica semplice e ricca allo stesso tempo elargiscono insegnamenti con una manciata di note e forse, qualche gruppo che si prende un po' troppo sul serio, avrebbe qualcosa da imparare. Se non altro qualcosa di piacevole da ascoltare.
Recensione a cura di:
Tommi 'Jena' Fantoni


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