Marlon Brando: s/t [2016]

Dopo l'esperienza con il post-rock dei Lola's Dead, quartetto pistoiese di cui abbiamo già avuto modo di parlare qui, Tommaso Cantini e Lorenzo Cappelli (rispettivamente batteria e chitarra) si approcciano a un tipo di sound più cupo e riflessivo, a tratti desertico, costellato sia da sferzate voluminose che da espisodi nostalgici e introspettivi. Con un'attitudine aggressiva, ma sempre composta, il duo pistoiese riesce a creare atmosfere di mistero e reminiscenza, rese in maniera molto suggestiva non solo dall'azzeccata immagine di copertina (già di per sé evocativa del sound proposto), ma anche e soprattutto dal dialogo instaurato tra gli strumenti: la batteria segue discreta, senza mai essere fuori luogo, mentre la chitarra traccia un sentiero elettrico tra attimi di quiete e altri più esplosivi. Forti di una dilatazione che è sicuramente presente, ma che viene scarnita eliminando parti non indispensabili al progetto - come il cantato - , si sottrae per arrivare a un sound essenziale, compatto e incisivo, che possa accompagnare l'ascoltatore senza affanno anche durante i pezzi dal minutaggio maggiormente elevato. Cinque tracce carismatiche e avvolgenti che non ha senso prendere singolarmente, in quanto ciascuna contribuisce in prorio alla creazione di una particolare atmosfera musicale: la materia sonora-cinematografica di questo disco, facendo riferimento alla carriera dell'omonimo attore, ricorda i tratti più spirituali del generale Kurz di "Apocalypse Now", la sua dimensione sciamanica e ipnotica, segnata da lampi di ferocia e improvvisa follia. Una colonna sonora plumbea e intensa, che molto bene si inserisce in quel sottobosco musicale più ricercato e sperimentale che da qualche tempo sta interessando molti appassionati, grazie al lavoro di etichette più specializzate che da anni promuovono, con dischi e concerti, questo tipo di sonorità; come Dio Drone a livello locale (non a caso il disco in questione è una delle ultime uscite della label, in collaborazione con Toten Schwan), oppure Boring Machines, No=Fi Recordings, Hysm? e Brigadisco tra le tante fuori dai confini toscani.  
Recensione a cura di:
Tommaso Fantoni 
 

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