Van Tango: Primi Sintomi [2010]


Trovare le parole per descrivere l'ultimo EP dei fiorentini Van Tango non è affatto facile, non lo è neanche per coloro che decidono di ascoltarlo in toto. Se già la prima traccia può sembrare un pò stantia, andando avanti mettiamo a dura prova le nostre orecchie, la nostra coscienza musicale, il nostro coraggio e (last but not least) il nostro stomaco. I Van Tango sembrano sfidare la pazienza dell'ascoltatore con questo ultimo lavoro in cui una registrazione alquanto mediocre e casereccia fa da sfondo a canzoni indecifrabili e caotiche per tinte e connotazioni: se si possano definire rock, indie, pop o cantautorali non riusciamo a capirlo, ma soltanto perchè probabilmente non lo sanno neanche i Van Tango stessi. Sta di fatto che, superando quell'alone grottesco iniziale ci troviamo di fronte a canzoni in cui i testi dal basso contenuto poetico vengono espressi con un'enfasi e una tonalità che può sembrare uno scimmiottamento delle due voci fiorentine per eccellenza, Fiumani e Pelù (si prenda ad esempio la 'hit' Questa Città). Se si lascia perdere il cantato ci si rende ben presto conto che la parte strumentale non è da meno e che, tra riffettini deboli à la Bloc Party (non è un caso infatti se la demo presenta anche la cover di Banquet) e geometrie compositive alquanto scadenti, forse è meglio etichettare il tutto come una sorta di burlesque o parodia della musica in generale. Profetico il tiolo dunque: primi sintomi possono essere infatti quelli di un malore improvviso che stordisce l'incauto ascoltatore e che, volendo concerdere loro il beneficio del dubbio, può provare a spiegare il tutto dicendo che magari è solo l'ennesima demo di uno dei tanti gruppetti liceali. E invece suonano dal 2006 e hanno superato l'età della salvezza in cui magari potevano giustificare il loro prodotto come un primo tentativo. Forse è il caso di guardarsi un pò indietro e cercare di salvare quello che ancora non è andato perduto invece di accozzare note col tono di chi non ha niente di meglio da fare. Noi per fortuna ce l'abbiamo.

Recensione a cura di:
Tommi 'Jena' Fantoni

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