Federico Fiumani non è solo un cantante, dietro quel ciuffo ormai incanutito che dagli anni '80 gli ricopre mezzo viso c'è qualcosa di più.
Già, perché chi come lui è stato uno dei massimi esponenti della new wave italiana di quegli anni poteva facilmente perdere la testa, di esempi emblematici non è difficile trovarne.
Così, mentre Pelù è finito a fare dischi di dubbia qualità nella sua carriera solista scissa da quella dei sempiterni Litfiba che negli anni d'oro hanno allietato non solo il popolo italiano, ma anche quello francese (lontani sono i tempi di 17 Re, Desaparecido o Litfiba 3), Fiumani resta; mentre Lindo Ferretti scrive della 'bella gente d'Appennino' e si tira pacche sulle spalle con Giuliano Ferrara, Fiumani resta. I fumi della Factory bolognese e dei Gaznevada appartengono ormai a un passato nebuloso, ma il presente di Fiumani non è mai stato così sfavillante.
Inamovibile e risoluto è sicuramente il personaggio più coerente con se stesso e con la musica che produce che il panorama underground italiano abbia avuto nell'ultimo mezzo secolo.
Lui continua per la strada intrapresa ormai tanto tempo fa con Siberia (non a caso uno dei dischi più importanti, se non IL più importante della new wave italiana), poco importa che i tempi siano cambiati, che i Diaframma abbiano cambiato più volte formazione o che magari qualcuno non conosca la sua storica band: Fiumani continua con la sua musica, come dicevo, quella musica fatta di testi a volte discutibili, ma comunque immediatamente riconoscibili e, a loro modo, poetici.
Una poesia della semplicità e dell'umiltà che ha sempre giocato a suo favore e in cui i fedeli ascoltatori si rispecchiano da ormai più di due decadi.
In questo caso il non cambiar strada è il gesto più rivoluzionario e più punk che Fiumani potesse mai fare.
Non si crogiola sugli allori dei fasti passati e non amoreggia con la scena inglese come ormai molti musicisti fanno da qualche anno. Lui continua con le sue canzoni, pregne di sesso anale, citazionismo musicale, storie di vita vissuta e lezioni di geografia.
Poco importa se la sua tecnica durante i live non è eccelsa, l'enfasi sonora espressa non lo richiede. Anche questo è punk.
I nuovi gruppi emergenti avanzano pretese economiche assurde e stanno attenti ai bilanci dei concerti, Fiumani risponde piazzando il suo banchetto di dischi a cinque euro sotto il palco.
Anche questo è punk.
Un'icona di cui non tutti sono a conoscenza (sembra incredibile, ma è così) che ha fatto la storia della musica nostrana e che sa regalare sempre emozioni a non finire, sia con i nuovi lavori sia ispirando nel corso degli anni band che poi calcheranno palchi di prestigio (si prenda a esempio Bianconi e i suoi Baustelle), Fiumani rimane l'ultimo vero eroe punk dell'underground fiorentino e nazionale, per il suo carisma, per la sua spontaneità e per il fatto che chiunque, dal giovane sedicenne a chi ha già i capelli bianchi, può riconoscersi nei suoi testi e nelle sue note.
Un uomo a cui ogni persona dovrebbe essere grata e stimare per il solo fatto di aver dimostrato nei decenni una coerenza e coscienza musicale ineguagliabile.
E scusatemi se è poco.
Ascolti suggeriti:
* Siberia // Diaframma (1984)
* 3 Volte Lacrime // Diaframma (1986)
* Boxe // Diaframma (1988)
* I Giorni dell'Ira // Diaframma (2002)
* Volume 13 // Diaframma (2004)
Video storico:
Articolo a cura di:
Tommi 'Jena' Fantoni
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