Alessandro Fiori: il buio della stufa a pellet

foto di: Irene Bavecchi
Negli ultimi dieci anni chiunque si sia interessato alla scena cantautorale indipendente avrà sentito almeno una volta il nome di Alessandro Fiori. Il piccolo folletto aretino del cui talento artistico non si smette mai di parlare: pittore, violinista, scrittore e attore per alcuni; voce storica dei Mariposa e colonna portante degli Amore per altri. Il suo esordio solista, per chi non lo sapesse, avviene nel 2010, sotto Urtovox,  con l'album "Attento A Me Stesso". Spero che qualcuno di voi lo abbia ascoltato e, in caso contrario, dovete per forza smettere di leggere queste righe e cercare di reperirlo da qualche parte. Vi spiego anche il perchè: "Attento A Me Stesso" è la summa dei vagabondaggi artistici di Alessandro. In questo disco c'è tutta la sua personalità e tutto il suo estro di paroliere spensierato. Dalla copertina che riprende un quadro dell'autore fino alle ultime note di Trenino A Cherosene, la canzone che chiude l'album. Tra le note leggere e ballerine di un menestrello e gli arrangiamenti tendenzialmente acustici che fanno da cornice, si fa strada un evidente Gusto (con la G maiuscola) che riesce a superare quella linea d'ombra tra musica leggera e musica d'autore. Alessandro Fiori "racconta" le sue canzoni come farebbe un cantastorie a un pubblico di bambini e rimane in equilibrio tra figure poetiche di straordinaria semplicità e bellezza come solo un funambolo esperto saprebbe fare. Illustra il mondo con immediatezza, filtrando le immagini esterne attraverso filastrocche oniriche e schitarrate da sonnambulo cosciente. Egli cammina spalla a spalla coi grandi cantautori del nostro tempo, ma ne rimane comunque al di fuori, sviluppando così una propria individualità che non si avvicina mai al mero calco di note passate. Paolo Benvegnù lo ha nominato "il più grande cantautore degli ultimi trent'anni" e Alessandro ancora ci ride su questa frase. Forse non sarà IL più grande degli ultimi tre decenni, ma di sicuro è uno dei migliori.
In un periodo come quello che sta passando attualmente la canzone d'autore, in cui a personali tentativi di rivalsa musicale si predilige un bieco gioco di citazioni, Alessandro Fiori si pone come l'alternativa più genuina e sincera che ci sia ora come ora. Non pubblica libri sugli anni zero, ma se i pesci rossi avessero davvero gli incubi lui sarebbe il primo a capirli e a trasformarli in poesia.
Vederlo suonare dal vivo poi è una gioia rara: umorismo sano e alla portata di tutti, senza scadere mai in rozzi canovacci. La sua figura non si svilisce in imbarazzanti macchiette ed è ben lontana dalla boriosità spaccona di altri suoi colleghi. Insomma, se c'è un artista che al giorno d'oggi meriterebbe di essere ascoltato in ogni casa, quello è Alessandro Fiori. Andate a vederlo dal vivo, fateci due chiacchiere e comprate il suo cd (qui sotto ho messo la copertina così non avete scuse), vi assicuro che non ve ne pentirete.


ALESSANDRO FIORI
Attento A Me Stesso
Urtovox - 2010

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