The Hacienda: Picking Pennies Off The Floor [2011]

Se non sapessi che i The Hacienda sono un gruppo di Firenze, ascoltando la loro nuova uscita per Black Candy Records ''Picking Pennies Off The Floor'',  non scommetterei un centesimo sulla provenienza italiana del lavoro: c'è chi scrive in inglese per rincorrere continuamente una moda, chi perché non riesce a farlo in italiano come vorrebbe; alcuni semplicemente vorrebbero essere nati in Inghilterra e altri, più semplicemente, lo sanno fare meglio di ogni altra cosa. Probabilmente è proprio quest' ultimo caso quello che caratterizza di più il gruppo: sin dai primi tempi (la loro nascita risale al 2003) hanno stupito subito molti degli addetti del settore per l'accuratezza e la precisione con cui la band cavalcava quell'onda brit tutta anni '90 che molti hanno esaltato e futilmente inseguito. Da allora di tempo ne è passato e gli Hacienda, grazie a importanti riconoscimenti come la vittoria nel Rock Contest (2005) e la presenza a grandi manifestazioni musicali (Italia Wave, Arezzo Play, Pistoia Blues), sono sempre andati avanti senza mai fermarsi. Dopo il debutto con ''Conversation Less'' datato 2009 e la conclusione del seguente tour, arriva puntuale all'inizio di questo nuovo anno il  disco della band registrato presso il Folsom Prison Studio di Prato e masterizzato presso gli Saff Studios di Chicago. Le dodici tracce che compongono la release dimostrano quanto il gruppo, oltre ad omaggiare con reverenza tutto quello che è uscito in Inghilterra negli ultimi 20 anni, sia cresciuto, arrivando nel tempo a un livello di scrittura e composizione superiore al passato; diversamente dall' EP precedente, probabilmente più immediato all'ascolto e ispirato da importanti  gruppi quali Arctic Monkeys, Mando Diao e Coral, il nuovo ''Picking Pennies Off The Floor'' viene impreziosito da un'evidente evoluzione creativa della band: dall'introduzione in almeno due passaggi dei fiati (una scelta che porta ventate di aria fresca all'intera opera), a una cura per un cantato più che mai credibile e una continua ricerca sonora tanto nei dettagli quanto negli arrangiamenti. Con questo album i The Hacienda danno uno schiaffo in faccia a tanti gruppi più emulativi che originali del panorama indie-rock fiorentino e italiano, senza contare che pezzi come Nova, Mexican Salad e il bellissimo giro di accordi che colora Here in the Sand raramente si sentono a giro. Ascoltare per credere.
Recensione a cura di:
Giovanni Sarti

17 commenti:

  1. sono d'accordo con alberto.deprimenti questi the hacienda.me li ricordo ai vecchi tempi quando spaccavano veramente!che delusione!

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  2. alex dice: che musica sfigata!!!!!!

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  3. sono fiorentino e lavoro da anni al "THE 02ARENA" a Londra.sono stato a sentire The Hacienda.niente di nuovo ma ben eseguita la parte musicale,tragico l'inglese "maccheroni"di chi canta !!!!!!!

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  4. Allora , rispettando le opinioni altrui secondo me sono una super band , il cambiamento musicale abbastanza radicale che hanno avuto negli ultimi anni puo' piacere o no , ma a livello di esecuzione live, pronuncia del cantato e struttura dei pezzi hanno pochi in Italia che sono a pari loro...veramente pochi... per me sono una GRANDE BAND

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  5. esiste 1 ritornello in questo album??

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  6. anch'io rispetto la tua opinione,ma qua sono stati ironicamente massacrati,poveri ragazzi! e mi dispiace in quanto loro concittadino.Sono Matteo e lavoro al "The 02 ARENA" di Londra. Cosa hanno voluto dimostrare esibendosi in Inghilterra con il loro sound readymade e l'inglese con marcato accento italiano (che non sopportano sentire).Qua sono già ad un altro livello musicale.scusa ma se la sono venuta a cercare.

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  7. purtroppo è vero nessuna band italiana ha mai avuto successo nel Regno Unito.

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  8. ma chi se ne frega dell'accento inglese

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  9. Caro Giovanni Sarti......dove hai imparato l'arte di scrivere redazionali di Musica ????
    Gli "schiaffi in faccia" è un offesa al tuo modesto articolo e a tutti gli Artisti Fiorentini e Italiani presenti sulla scena musicale. L'articolo anche se ti fosse stato dettato, per etica e buon senso, non avresti dovuto pubblicarlo. Come si può rispondere a gli schiaffi in faccia ??....

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  10. Caro Simone (perché immagino sia sempre tu, anche se preferisci l'anonimato), questo umile blog viene portato avanti da ragazzi che sottraggono tempo e energie alle loro giornate per regalare a chi possa essere interessato, qualche minuto di discussioni / stimoli / informazioni musicali.
    Io personalmente non vado a vedere quanti libri ha pubblicato ogni redattore o se ha vinto il premio Strega: la buona volontà e la voglia di parlar di musica sono gli elementi fondanti dell'intero blog. Ed è di questo che si dovrebbe discutere: di musica. Se i post vengono presi come spunto per offese gratuite e pareri personali che niente hanno a che fare con la musica saranno subito cancellati.
    per dare fiato alla bocca la tv italiana offre mille opportunità e se te pensi di saper fare di meglio nell'ambito della scrittura sappi che qui le porte son sempre aperte.

    in amicizia
    Tom

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  11. leggere i commenti è utile per gli "schiaffi in faccia"

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  12. Giacomo (musicista)dice:offensivi"gli schiaffi in faccia"ai colleghi!Moderare i termini e pesare le parole prima di esprimersi!!!!!!

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  13. "schiaffi in faccia" è una metafora per sottolineare quanto, secondo il parere del recensore, gli Hacienda siano bravi nel loro genere, sempre di più affrontato da una moltitudine di gruppi di cui solo pochi sono veramente apprezzabili. ne ho visti a decine. la frase personalmente non l'ho letta come offensiva e non penso assolutamente che sia stata scritta in questi termini.

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  14. Giacomo risponde che ci sono metafore meno aggressive, vanno tenuti in considerazione gli artisti anche più bravi di loro( e credimi ce ne sono molti )che non sono disposti ad essere denigrati da nessuno tantomeno dagli hacienda!

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  15. ciao a tutti sono un grande appassionato del genere! a me gli Hacienda piacciono molto, ma dato che citate gruppi migliori cos'altro mi consigliereste nel panorama fiorentino-italiano?mi piace molto questo blog..

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  16. basta intendersi di musica,e ne troverai diversi,credimi.Ti saluta Alessandro

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