Zoopark: Zoopark [2011]

Non si può parlare dei fiorentini Zoopark senza prima citare il "fenomeno live" che li accompagna: ogni concerto è praticamente una festa danzante, con ragazzi di tutte le età assolutamente incapaci di tener fermo il sedere e di non ballare come dei forsennati. Questo è, infatti, il punto focale del loro primo album omonimo, non i generi musicali da cui il gruppo prende ispirazione, non gli stili che ricordano e non la vivacità dei testi, ma l’assoluto mix di tutto ciò messo al servizio del fine meramente ballabile del pezzo in sé e dell’album nel suo complesso. In quest’ultimo troviamo una miscela di suoni ed influenze che ha ben poco di italiano e ancora meno di "bianco": il connubio rocksteady / funky / hip hop dovrebbe fugare ogni dubbio; nove brani che corrono veloci e che ci forniscono quindi la possibilità di compiere un viaggio tra i generi più svariati. Impossibile comunque non riconoscere importanti influenze, primi tra tutti i Jamiroquai e le conseguenti tinte acid jazz, che rendono il lavoro accessibile e piacevole anche anche ai neofiti. I musicisti, come ci si poteva aspettare da un disco simile, lasciano attoniti per perizia tecnica (il groove di basso che colora le tracce ha qualcosa di alieno) e disinvoltura. La voce dell' MC della situazione (Stefano Secci) trascina anche i recalcitranti, alternandosi con quella di Irene Bisori, la cui straordinaria capacità di passare con delicatezza da un genere all’altro modulando il conseguente timbro, rimane una delle perle del disco. I brani si condiscono così con spruzzate di pop,  jazz e soul, senza tralasciare mai un pizzico di originalità. La voce della chanteuse fiorentina è versatile, elegante, grintosa e ha ben poco da invidiare a quella di gente già rinomata nell'ambiente nazionale (Mama Marjas) o alle corde vocali di chi è alle prime armi ma sa farsi sentire anche all'estero (Selah Sue). Gli Zoopark, come degli incantatori di serpenti, faranno alzare dalla sedia anche il più pigro degli ascoltatori, immergendolo in un vortice di suoni e colori dal quale sarà impossibile sottrarsi.

Recensione di:
Guia Graziani 

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