Julie's Haircut: la bellezza di essere senza voce [2013]


I Julie’s Haircut sono Nicola, Luca, Andrea, Andrea e Ulisse, arrivano dalle terre emiliane e suonano insieme dal 1994. "Ashram Equinox" (Woodworm / Santeria) esce a distanza di sei anni dall'ultimo e bellissimo lavoro "Our Secret Ceremony"; è il loro sesto album e per la prima volta hanno deciso di abbandonare voci e testi. Otto tracce unite in un continuum sonoro che spazia dal rock alla psichedelia, con richiami al jazz, alla musica etnica, al dub, alla drone music. Tarazed è il primo singolo estratto, potete ascoltarlo e scaricarlo gratuitamente qui. In attesa di vederli dal vivo (suoneranno a Firenze il 26 ottobre sul palco del Glue, altre info ) abbiamo fatto due chiacchiere con Luca.

Siete consapevoli di aver fatto un album "esagerato"?

Non direi, c'è un certo senso della misura in questa musica :)

Come mai avete scelto di abbandonare la voce?

È stata un'esigenza emersa man mano che procedevano i lavori. Mentre l'album prendeva una forma definita ci siamo resi conto che non sarebbe stata una raccolta di canzoni. 

Da dove arrivano i titoli?

Dai luoghi più disparati. Il rapporto tra titolo e brano non è descrittivo, è più simile ad un'allusione inconscia, come un'immagine che vedi in un sogno: non sai magari spiegartene il motivo, ma in qualche modo è portatrice di un senso.


Ascoltando il vostro album mi sono venuti in mente i Tortoise, i Cinematic Orchestra ma anche i Pivot. Ci sono band in particolare che vi hanno trascinato su questa corrente?

No, siamo troppo vecchi per essere davvero influenzati in maniera così diretta da una band. Quelle che citi sono ottime band che evidentemente hanno un background in parte simile al nostro. Ecco, sono magari le fonti che sono in comune: il Miles Davis elettrico, Thelonious Monk, certa musica per colonne sonore...

Curiosità: registrate in presa diretta o singole take?

Dipende, non ci poniamo limiti in tal senso. Diciamo che nella maggior parte dei casi registriamo improvvisazioni in presa diretta, suonando dal vivo tutti insieme, in modo da avere una solida base di spontaneità. Non c'è niente che possa battere la genuinità del suono di un gruppo che suona insieme in una stanza. Poi però prendiamo queste take e le violentiamo, le smontiamo, le tagliamo, le ricuciamo e sovraincidiamo altre parti, fino ad arrivare a una forma finale. Che poi non è mai veramente "definitiva", perché questo è un tipo di musica che si presta sempre ad essere ulteriormente smontato, riassemblato, riarrangiato.

Come nascono i vostri pezzi?

Direi che ti ho già risposto sopra. In questo momento non c'è praticamente differenza tra il processo compositivo e quello di registrazione dei nostri pezzi.

Che aria si respira dalle vostre parti? musicalmente parlando intendo!

Non saprei. Cosa intendi con "nostre parti"? Io vivo a Reggio Emilia e ti posso solo dire che in tutta la città non esiste un solo locale per la musica dal vivo.

Ho visto Ashram (Live at Musei Civici, Reggio Emilia - qui sotto), c'è una forte presenza di visual. Che importanza gli date? Anche gli altri live saranno accompagnati da video?

Quella è stata un'occasione speciale, i visual sono stati curati da Vj Klein e proiettati su un toulle per proiezioni semitrasparente collocato davanti alla band. L'effetto è di forte impatto. Ma solo in pochissime occasioni porteremo questo tipo di allestimento, il più delle volte si tratterà di un "normale" concerto, a volte accompagnato da alcuni visual ma in forma molto ridotta rispetto a quello che abbiamo fatto a Reggio. Quando le condizioni tecniche ed economiche lo permetteranno, invece, riproporremo questa formula più "ricca". In ogni caso è la musica che deve rimanere al centro dello spettacolo, i visual sono un condimento più o meno ricco.

Che ne pensate della scelta di mettere gli album in free download?

Gli album di fatto sono comunque tutti in free download, che ti piaccia o meno. Con servizi come Spotify, Deezer o il nuovo di Google che sta aprendo ora, poi, direi che perfino il free download è superato.

Ci consigliate qualche nuova uscita?

Onestamente non sono molto aggiornato sulle nuove uscite. Ho ancora talmente tanti classici da scoprire! Posso spendere qualche parola magari su una serie di cose italiane davvero interessanti venute a galla negli ultimi tempi, cose che potenzialmente potrebbero rimettere l'Italia sulla mappa musicale internazionale, al di là di cantautori e rapper che hanno gran fortuna da noi ma sono difficilmente esportabili: In Zaire, Sycamore Age, Zeus!, Fuzz Orchestra, gli stessi Calibro 35... Non dimentichiamoci che all'estero, al di là della disco music, l'Italia ha avuto il suo momento di notorietà proprio quando ha elargito le proposte più particolari e coraggiose: il progressive e la musica per colonne sonore più sperimentale.

Grazie mille, a presto!


Articolo a cura di:
Irene Bavecchi

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