Lili Refrain: One Woman Band [2013]


Lili è una compositrice e performer romana, il suo progetto solista nasce (e cresce) da una chitarra, una voce e una loop station. I suoi brani si compongono di sovrapposizioni e riff che spaziano dall'ambient, all'heavy metal senza escludere folk, blues e psichedelia. A distanza di 3 anni dall'uscita di "9", considerato dalla critica una delle migliori produzioni del 2010, Lili Refrain torna più travolgente che mai con un nuovo album in uscita in Italia a fine Ottobre e a Novembre worldwide.
Tra pochi giorni si esibirà dal vivo al Next Emerson di Firenze, nell'attesa gustatevi questa intervista.

Come nasce il progetto Lili Refrain? (da cosa deriva? come ti è venuta l'idea, se hai avuto altre band)

Il progetto Refrain inizia ufficialmente il 7.7.'07 con un urlo a squarciagola davanti all'altare della basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, durante una performance che venne in seguito censurata e tacciata di blasfemia. (nonostante ciò, su youtube c'è ancora un estratto! - qui) Non ufficialmente iniziò molti anni prima ma ancora non lo sapevo. Per diversi anni ho fatto parte di alcune band con le quali ho sempre suonato la chitarra, spesso per esercitarmi registravo dei riff su cassetta per poi elaborarci sopra degli arpeggi o degli assoli...ecco, credo sia tutto iniziato da lì. Dopo anni le band si sono sciolte, alcuni membri hanno lasciato l'Italia e a me sono rimasti i nastri su cui registrare i miei riff. Mi sono procurata un Tascam a 4 piste, rigorosamente a nastro, e ho iniziato a sperimentare le miei prime sovrapposizioni. Alcune tra queste le ho caricate sul web insieme a dei video dove cantavo cose no-sense e il risultato è che mi hanno presa per una vera performer al punto che mi sono arrivate proposte di coinvolgimento dal vivo. E chi se lo aspettava????? Fu molto divertente e dopo pochi mesi Lili Refrain apparve dal vivo per la prima volta urlando contro gesù! Fu un'esperienza incredibile, una super iniziazione, è stata la molla che mi ha portata ad estendere "il Gioco" ad un vero e proprio progetto solista. Di lì a poco ho scoperto la loop station, ovvero la possibilità di trasformare ciò che facevo a casa con i nastri a cassetta, in un live in cui avrei potuto sovrapporre tutto in assoluto tempo reale.
È stata una vera e propria rivoluzione per me e a dicembre di quell'anno ho registrato il mio primissimo album e ho iniziato a fare diverse date in giro. Da allora non mi sono più fermata.

Produci tutto in casa da sola?
A livello creativo si. Tutto viene suonato, elaborato, improvvisato e perfezionato dentro una stanzetta incasinatissima nella casa in cui vivo attualmente. È lì che nasce tutto, molto spesso di notte, una vera e propria gioia per i vicini! 
Quando arriva il momento di registrare vado all'Hombrelobo Studio che è un posto meraviglioso qui a Roma dove hanno registrato tutte le migliori band dell'underground italiano. Ho registrato lì tutti i miei album e sempre seguita dall'impareggiabile Valerio Fisik.
Riguardo alla produzione materica dei dischi, attualmente solo il primo è autoprodotto e in copie tutte fatte a mano. 
"9", il mio secondo album, prima dell'uscita ufficiale in CD con Trips Und Traume e Three Legged Cat, ha preso forma in un'edizione limitatissima di 9 copie auto-costruite. Si trattava di 9 scatole con dentro un'elegante cuscino nero sul quale poggiava un piccolo libretto con foto, titoli e ringraziamenti, delle foglie secche, dei fiori e sopra il cd. Ogni cosa è stata tagliata, cucita e incollata a mano. Era elegantissimo, sopratutto grazie alla fotografia di Francesco Viscuso che è poi rimasta la copertina dell'album ufficiale.
Mi ha sempre affascinata l'idea di poter toccare, guardare e annusare ciò che ascolto, trovo sia un'ulteriore condivisione che permette di immaginare anche chi e cosa c'è dietro alle note. 

C'è qualcosa di particolare a cui ti ispiri, o band alle quali devi sicuramente qualcosa?
La mia principale fonte di ispirazione è ciò che vivo ed ho vissuto. Tutto ciò che genera ed ha generato il mio bagaglio emotivo. I miei fantasmi. I miei esorcismi. Le persone e gli animali che amo. Quelli che ho amato. Le separazioni. I ricordi. I sogni. Principalmente è questo ciò con cui dialogo attraverso la mia musica. 
Musicalmente più che a delle band, devo a mio padre la mia "formazione". Mi ha reso un'onnivora sonora fin dalla primissima infanzia. Ho iniziato a camminare tra Santana, Zappa, Beatles, Led Zeppelin, Pink Floyd, Black Sabbath, e non sono certo mancati canti infantili, di lotta, ballate blues o nenie popolari! 
Tutto ciò mi ha permesso di trascorrere una pubertà anni luce distante dalle boy band in voga all'epoca e sprofondare con tutte le scarpe nelle oscure lande del metallo pesante che ho ampiamente divorato durante l'adolescenza. Quanto amore per i lunghi assoli, i tapping, le cavalcatone distorte e quelle urla che, nonostante parlassero lingue diverse dalla mia, condividevano il mio stesso disagio sapendolo esprimere a meraviglia! Abitando a Roma inoltre ho avuto la fortuna di assistere ad una grande quantità di concerti dal vivo, sopratutto nei centri occupati e durante gli anni d'oro di una delle più belle scene che si siano mai viste a roma durante gli anni '90, quella hardcore ovviamente! Molto più tardi ho scoperto la musica lirico-sinfonica che mi ha letteralmente folgorata, rapito l'anima e regalato sensazioni paragonabili alla più estrema delle vertigini. Ligeti continua ad essere la mia necrofilia preferita.

Ti è mai venuta voglia di musicare un film o fare una colonna sonora? o già l'hai fatto?
Alcuni miei brani sono stati scelti per sonorizzare dei documentari, per fare teaser di libri, per sonorizzare esposizioni artistiche e ho eseguito diverse performance sonore accompagnando video dal vivo, sonorizzando mostre fotografiche e letture poetico-teatrali. Musicare un intero film credo sia un'impresa titanica. Mi è capitato di farlo anni fa su un lungometraggio di Chaplin durante un bellissimo festival che mi ha permesso di suonare dal vivo al Cinema Massimo di Torino e al Teatro romano di Aosta davanti ad un pubblico di cinefili, ero l'orchestrina a lato dello schermo!
Ci misi circa tre mesi per preparare una colonna sonora adeguata, fu difficilissimo e meraviglioso! 

Che ci dici a proposito dello shippinghead?

Lo Shippinghead nasce per soddisfare l'esigenza degli altri a catalogare in un genere musicale quello che faccio. Dato che davanti alle richieste mi è sempre stato impossibile definirmi in una soluzione soddisfacente, ho preso spunto da un aneddoto molto divertente che mi è capitato mentre convivevo con un siciliano. Mentre stavo suonando nella mia stanzetta ripetendo ostinatamente per ore sempre lo stesso loop, sento bussare alla porta e compare una faccina piuttosto annoiata che mi dice: "Lili...... io lo so che genere fai........tu fai SCIPPATESTA!" 
Furono grasse risate e un'immediata illuminazione! "Scippatesta" in Sicilia si usa quando ti ubriachi tantissimo o sei fatto di qualcosa che ti frulla il cervello ma si usa anche quando sei molto preso da qualcosa o da qualcuno, insomma è una sorta di "perdere la testa". L'idea di inglesizzarlo e tradurlo letteralmente come SHIPPINGHEAD mi sembrava una buona trovata! Ship in inglese significa sia "spedire" che "nave": spedire via la testa, farla naufragare, trasportarsi altrove... è esattamente quello che mi accade mentre suono ed è anche ciò che accade ascoltando minimalismo o nel mio caso la ridondanza dei loop che ritornano ostinatamente. Ero talmente entusiasta di aver trovato finalmente una definizione che sei anni fa, prima di ogni concerto, facevo addirittura una performance con tanto di cartelli che illustravano il tutto! Era piuttosto comica come cosa! :)

Il tuo nuovo disco uscirà su vinile o cd?

Che meraviglia poter rispondere: TUTTI E DUE!!!!!!!!
"KAWAX" uscirà in CD Digipak per Subsound Records e in vinile per Sangue Dischi, entrambi corredati dalle fantastiche illustrazioni di Fernanda Veron, che oltre ad aver ideato l'immagine di copertina, ha interpretato ogni brano dell'album con una rappresentazione totemica illustrata.
Sono molto felice di questa collaborazione, Davide e Luca oltre ad essere dei miei amici, sono persone che stimo moltissimo per ciò che fanno, lavorano entrambi molto bene, credono molto in me, amano la mia musica e so che avrò il massimo supporto da parte loro. Il disco non è ancora uscito ufficialmente e già fioccano promozioni sul web e su diverse testate. Insomma, era esattamente ciò di cui avevo bisogno, sopratutto per questo disco che tempisticamente si è fatto desiderare un bel po'! E bellissimo è stato lavorare sopratutto con i musicisti che hanno arricchito alcuni brani con la loro presenza, come gli Iferno Sci-fi Grind'n'Roll che insieme a Roberto Cippitelli dei Juggernaut hanno prestato le loro voci ad un autentico coro monastico, Valerio Diamanti, batterista eccelso dei DISPO, che mi ha accompagnata con il suo genio in un brano al fulmicotone, e dulcis in fundo Nicola Manzan aka Bologna Violenta che ha impreziosito con i suoi meravigliosi archi il brano conclusivo del disco conferendogli una poesia a prova di lacrime!

Lavori?

Si, faccio la musicista.

Ci anticipi qualcosa del live che farai a Firenze?
Sarò a Firenze venerdì 18 ottobre in quel del Next Emerson, dove tornare per me è un assoluto tripudio di gioia! Adoro quel luogo e adoro le persone che ne fanno parte, sarà lì che tra una piuma e l'altra, presenterò in anteprima tutto il disco nuovo!

Tra le band nuove italiane, chi ti piace? chi no?
La lista del mio gradimento è piuttosto fitta e rischierei di tralasciarne qualcuno se volessi cimentarmi in nomi. Stessa cosa per quella del mio non gradimento. 
Tra tutte le band italiane credo basti guardare ciò che offre l'attuale scena denominata "underground", è estremamente ricca e variegata, i musicisti che la compongono sono qualitativamente molto capaci e scrivono delle cose stupende anche quando i testi non fanno rima, sono quelli che FANNO i concerti, nel senso che suonano in giro così come organizzano situazioni in cui altri musicisti possano suonare in giro, sono belli, spesso puzzano...ma è una puzza buona!



Articolo a cura di:
Irene Bavecchi

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