You have the right to dance with Miranda [2014]


I Miranda sono una delle band più attive e longeve venute fuori dal calderone musicale fiorentino (anche se i tre membri sono originari del sud Italia). Attivi da più di una decade, con quattro cd sul groppone (l'ultimo "Asylum: Braincheck After Dinner è targato 2013) e uno split coi canadesi the Creeping Nobodies, riescono a fondere l'attitudine punk no-wave con melodie e ritmiche dai sapori kraut e groovy, buone sia per il ballo che per l'headbanging. Mercoledì 12 Febbraio suonano al Capanno Blackout di Prato e noi oggi parliamo con Giuseppe Caputo, portavoce dei Miranda e padrino dell'etichetta diy fromSCRATCH records, della vita dei Miranda e della sua bella label, guardando anche a cosa ha in serbo il futuro per entrambe.

Parto banalmente dal vostro nome. Chi è Miranda?

Miranda nasce nel 2000 all’incirca, ha ormai 14 anni. E’ una lolita mediterranea dal viso un po’ scavato, zigomi alti, sorriso dolce e sguardo deciso. E’ cresciuta molto in fretta e vuole bere e fumare in continuazione. Proviamo a tenerla a bada.

Da poco si sono aggiunti alla band Martino Lega, alla batteria, e Gioacchino Turù, ai synth. Cosa cambia nel vostro sound? 

Negli ultimi due anni ne sono successe tante, davvero tante. Nicco il nostro batterista storico, con cui abbiamo suonato per quasi 10 anni, si è trasferito a Londra ed è stata una bella botta. Abbiamo sempre composto la musica dei Miranda insieme, tutto è nato sempre da improvvisazioni collettive. Il sound dei Miranda senza Nicco non sarebbe mai stato quello, ha un modo di suonare la batteria e la drumachine unico. Poi anche sul piano umano non è stato semplice considerato il rapporto di amicizia che ci legava (e ci lega). Per questo motivo quando è andato via abbiamo deciso da subito che non aveva senso cercare un semplice sostituto ma serviva qualcosa di nuovo e diverso. Non potevamo finire per scimmiottare noi stessi. Alla batteria è arrivato Martino che ha un modo di suonare molto diverso da Nicco, ma con un’attitudine in qualche modo affine, alla ricerca del groove raffinato e dell’arrangiamento non scontato. Poi è una persona squisita, estremamente pacata, ci siamo subito trovati bene anche dal punto di vista personale. All’elettronica si è aggiunto Gioacchino Turù, che non necessita di grandi presentazioni. E’ un nostro grande amico, lo conosciamo da quando si è trasferito a Firenze e gli abbiamo anche prodotto il primo disco con Vanessa V. ("Il crollo della stufa centrale"). Un pazzo furioso, musicalmente parlando. Esuberante ed entusiasta. Ricampiona in tempo reale le cose che suono io con il synth. Arriviamo sempre ad un punto in cui non capisco se il suono che sento lo sto producendo io o lui. Dal vivo è molto divertente ed imprevedibile. Rispetto al passato ora abbiamo una sezione ritmica più stabile, sempre molto groovy, ed un’elettronica più massiccia e forse anche più melodica. E suonare in quattro è molto più divertente. 

 State scrivendo cose nuove?

Ancora no, abbiamo diverse ore di materiale registrato sul quale dovremmo metter mano per trarre spunti e iniziare a comporre. Aspettiamo la primavera per farlo. Ora piove troppo verrebbero fuori musiche uggiose.

Da quanto suonate insieme tu e Piero?

Dal 2000. Una lunga e travagliata storia d’amore, come tutte le storie di musica ed amicizia. Piero è Il bassista, il suo modo di suonare è unico: groove e ipnosi, come ci riesce lui nessun altro. 

(Negli anni) a quali sound vi siete ispirati?

Guarda abbiamo sempre avuto ascolti abbastanza diversi, mutati tantissimo nel corso degli anni. Dal kraut rock, all’elettronica, all’hip hop, al rock, alla no wave, il noise.

fromSCRATCH records. Come nasce? è legata al progetto Miranda?

Asylum: Braincheck After Dinner
2013 - fromSCRATCH
Nascono insieme. Il primo disco dei Miranda è il primo disco prodotto da fromscratch. Abbiamo messo su fromSCRATCH per produrre la musica dei Miranda e di tante altre bands che ci piacciono e con le quali condividiamo una certa attitudine. Abbiamo prodotto bands dai generi diversi, dal jazz-core, al rock, al noise, al math rock, al pop… Ultimo arrivato in casa fromscratch è SJ Esau, electro-pop da Bristol. I suoi dischi precedenti li aveva prodotti la Anticon, storica label hip-hop californiana. Per noi è un onore produrre il suo ultimo lavoro ("Exploding Views" in uscita a marzo). Le prossime uscite italiane invece saranno i Topsy the Great e gli Asino. I Topsy sono uno schiaffo in faccia a Gesù Cristo, andate a sentirli dal vivo per capire quel che intendo. Gli Asino… per usare un’altra metafora biblica direi che sono la voce di Satana nel deserto, percuotono pelli e corde declamando versi sconci.

The Creeping Nobodies e lo split. Come è nata questa collaborazione?

Ci avevano contattato per fare delle date insieme per il loro tour europeo e da lì è nata l’idea dello split. Loro erano un gruppo davvero figo, una via di mezzo tra the Ex e Fall, ma con una sensibilità diversa.

Che state ascoltando ora?

In questo momento una compilation hip hop con MF Doom, Kendrick, Girl Talk e altri. Ultimamente ho ascoltato un po’ di questo hard rock psichedelico tipo Wooden Shijps, Moon duo, White hills, Pontiac, ecc. Anche se ho smesso di suonare la chitarra, ultimamente mi eccitano queste chitarre tamarre super riverberate, distorte e con un sacco di delay, suoni molto datati e anche un po’ scontati se ci pensi. Ma se me lo domandi tra una settimana potrei risponderti in maniera completamente diversa, magari ti dico beyoncè. Non ho pregiudizi.

Side-project?

Al momento nessuno, ma presto avremo sorprese. Martino fino a poco tempo fa suonava con i Pentolino’s Orchestra e Walking the cow. Quello che in questo momento ha un sacco di progetti è Gioacchino, sotto lo pseudonimo di Vladimir Foschia o quello Giacomo Laser, giusto per citarne un paio.

Progetti futuri?

In primavera registreremo del materiale nuovo. Ancora non so se ci metteremo a comporre o lavoreremo in maniera più free e più vicina all’impro. Dipende essenzialmente da quanto tempo riusciremo a dedicare a questa fase. Io non vorrei metterci troppo, meglio andare in giro a suonare dal vivo. Mi piacerebbe fare 3-4 session intensive di composizione libera e poi montare le cose più interessanti e farle uscire così. Una volta finita questa fase, dovremo imparare a suonare i pezzi così montati. In passato l’abbiamo già fatto, in generale in ogni nostro disco ci sono sempre stati 2-3 pezzi che altro non erano che impro ri-editate in fase di post-produzione e che poi abbiamo imparato a suonare per proporle dal vivo.



Articolo a cura di:
Irene Bavecchi

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