Fauve! gegen A Rhino: F!gar Twistedhand [2009]


Molti gruppi della scena fiorentina e toscana in generale amano perdersi in un costante ricerca di un sound intellettuale, d'avanguardia e sempre più sperimentale. Alcuni ci riescono, altri perseverano, convinti di essere vicini alla meta, con una dedizione insana che può assomigliare il più delle volte al mero masochismo. I F!GAR (trio di Pistoia) ci riescono. Raggiungono un ottimo risultato con un sound elettronico, fatto di oscure atmosfere che portano l'ascoltatore a viaggiare con la mente in un universo mai conosciuto, costellato da sonorità lo-fi e galassie psichedeliche, che si abbracciano a reminescenze al neon e note oniriche. L'elettronica è solo un punto di partenza, l'inizio di un discorso. Tutto viene sviluppato e studiato ed è così che al synth si unisce la chitarra in elaborati drones evocativi e distesi momenti di riflessione (FinisTerrae). L'inizio di un discorso, si diceva, che nel caso dei F!GAR corrisponde ad un lungo intro che accompagna ogni traccia e che sfocia poi in riff dove il rumore (quello buono) trionfa con esplosioni di note fluorescenti e orecchiabili. Essenziale è la dilatazione del tempo e delle note, come un fiume che scorre senza mai fermarsi e che appena nato dalla foce cresce fino a invadere la mente con la forza di una corrente eterea e immateriale. La conclusione è un momento metafisico che induce a ripensare a quanto si è appena ascoltato: un sound elettrico e dolce, caldo negli accordi, che rimanda a un gioco di chiaroscuri tra il trip hop più energico, lampi di shoegaze e il post rock strumentale dei riff alieni e delle atmosfere rilassate; il tutto in un background di quiete mistica, di armonico impatto come un quadro di Salvador Dalì e romantico come una tavola di Friedrich in cui l'ascoltatore può permettersi di chiudere gli occhi e non riaprirli più, cullato da delay energici (vengono in mente i nuovi bellissimi lavori dei Fuck Buttons) e da una voce lontana (Carol) che lo aiuta a riascoltare quello strano, poco comprensibile (ma comunque affascinante) discorso musicale che si chiama Fauve! gegen a Rhino.
Recensione a cura di:
Tommaso Fantoni

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