L'EP dei Gestalt (vincitori del Rock Contest 2003) è il frutto di un sapiente lavoro di attesa e ricerca armonica che permea le tracce di un alone romantico e oscuro al tempo stesso. In bilico tra sonorità dark e un background graffiante e sincero dovuto alla base rock e al cantato in italiano, la band fiorentina forgia così un EP dai colori sbiaditi e chiaroscuri intriganti, mentre serpeggiano le note acide e oniriche di un gruppo conscio delle proprie potenzialità che non ha paura di avventurarsi tra le tenebre del post punk, cercando l'orientamento tra piccole gemme pop fatte di delay caldi e accoglienti (Anversa). La perfezione geometrica di un sound senza spigoli è raggiunta dai preziosi arrangiamenti dilatati, senza macchie e dalla poesia dei testi, che non lascia indifferente neanche l'ascoltatore più scettico. Il cantato è sensuale, potrebbe fare a meno delle parole, ma è proprio in esse che i Gestalt trovano la loro forza: suonando versi ipnotici e carichi di mistero orchestrano chitarre spartane e senza pretese, le quali fanno di queste caratteristiche i loro punti di forza e, insieme alla bass line delicata, restano presenti senza essere sbruffoni, senza sporcare i cori con la loro presenza invadente. Questo EP è una piccola gemma che la scena musicale fiorentina ci regala, soprendendoci ancora una volta e, ascoltandola non possiamo fare a meno di perderci in un sogno psichedelico e musicale perfetto. Canzoni dalla forte natura emotiva, che suscitano sentimenti contrastanti e, per questo, bellissimi; come tanti piccoli 'abbracci nucleari' (per citare, non a caso, Cristina Donà) dei quali non vorremmo mai fare a meno.
Recensione a cura di:
Tommi 'Jena' Fantoni
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