Evanicetrip: s/t [2007]


Lavoro notevole e non facile quello degli Evanicetrip, i quali evocano un sound che ha il sapore psichedelico e dolce dei magici sixties, ai quali si aggiungono senza paura lampi minimali e un elettropop elegante e fine. Il cantato suadente è spesso effettato ma, anche se ridotto a mera emanazione elettrica, la voce conserva intatta e immacolata la sua sensibilità e freschezza, in cui spesso sembra di sentire l'influsso di importanti singers femminili del panorama shoegaze e dreampop (Rachel Goswell o Bilinda Butcher fra le tante). I cinque fiorentini suonano un sound che ha le sfumature fluorescenti di un trip musicale, prendendo dal passato le atmosfere sognanti e irreali, trasformano le canzoni di questo EP in un insieme di note appariscenti e sensuali. Il livello tecnico strumentale è alto, tutto si poggia su una base di trance rock innalzato, grazie a qualche spruzzo minimalista, ad un livello superiore di ricerca musicale: è così che grazie a sound dilatati, distorti bordoni chitarristici e note effettate, gli Evanicetrip ricamano una demo di dolce elettronica (come quella degli Stereolab) e di puro rock che, nonostante la sua aggressività (prendere Black Eyes ad esempio) lascia ancora molto spazio all'immaginazione e alla fantasia, elementi cari ai musicisti che hanno fatto la storia del genere e che mai come in questo caso, portano la loro lezione dal passato direttamente ai giorni nostri, lasciando alla band fiorentina la possibilità di apprendere e provare a sperimentare un sound personale, come fecero loro in passato. Ci si smarrisce quindi in parti strumentali raffinate, climax al neon di cui anche gli Spacemen 3 ne sarebbero fieri. Insieme al cantato distorto e a un basso (a volte due) che ha il sapore della migliore lounge music si permette all'ascoltatore di scivolare con la mente in un universo senza preoccupazioni, cullato da note acide e riff sognanti. Un bellissimo trip sonoro.

Recensione a cura di:
Tommaso Fantoni



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