Sì è concluso pochi giorni fa uno degli eventi a mio parere più importanti del panorama musicale fiorentino di quest'anno: il Firenze Odia, minifestival di due giorni curato da Vanni Bartolini e dai ragazzi e rappresentanti del CPA (storico spazio autogestito), ha osato e ha avuto successo. In una città in cui la scena live sembra stia svanendo poco a poco (non sto parlando di gruppi, quanto di pubblico), in cui si preferisce sostenere manifestazioni in piazze del centro di musica "pigliabene" e meramente pop e in cui il successo di affluenza sembra sia sempre legato ai soliti due o tre gruppetti popolari in quanto pieni di amici; il Firenze Odia risponde portando sul palco il meglio (uso il superlativo non a caso) della musica di nicchia e dei gruppi alternativi fiorentini e non, rispondendo alle voci bianche di alcuni cori che si esibiscono da qualche tempo a questa parte (mietendo consensi e successi) con un deciso urlo di rifiuto e di autodeterminazione. No, noi non facciamo parte di quella scena lì. No, non facciamo cover anni '50. No, non siamo una scena muta, ma una scena che grida e lo sa fare. Sparate a parte, vediamo di analizzare meglio questa bella iniziativa musicale. Il titolo è: "Firenze Odia - The Noise Is Back In Town" e qui le carte in tavola sono chiare. Amanti sfegatati del brit pop o del folk state all'erta, l'ingresso è a vostro rischio e pericolo. E forse è proprio questo il bello: la musica proposta in questi due giorni fa chiaro riferimento a un certo tipo di pubblico e di sonorità. Uniti sotto le atonalità del noise si raggruppano band di diverse provenienze e melodie le quali danno subito prova di sapersi muovere nella perfetta location fornita dal palco del Centro Popolare Autogestito di Firenze Sud. Non mi dilungherò nello scrivere per filo e per segno come sono state le esibizioni live delle varie band poiché sotto alcuni punti di vista non è stato a mio avviso l'elemento fondamentale (oltre al mio personale tasso alcolemico che in alcuni momenti non mi ha consentito la piena lucidità). Ciò che è importante sottolineare è quanto la popolazione fiorentina (e non solo) abbia accolto favorevolmente questo tipo di festival: sono rarissime le volte in cui sono riuscito a notare una simile partecipazione emotiva e fisica nella mia città; se poi si pensa che tutti i presenti (sottolineo il "tutti") erano venuti solo ed esclusivamente per godersi i concerti e ascoltare le note proposte, direi che rasentiamo l'incredibile. Non curiosoni sbadati, né raminghi del venerdì sera, ma un unico blocco di persone fomentate da un acceso e crescente interesse per la situazione, le note e l'headbanging. A poco son serviti puerili tentativi di boicottaggio e le altre proposte del fine settimana. Finalmente la scena underground fiorentina si è fatta sentire, una scena che alcuni definiscono "muta", ma che sicuramente non è sorda; non lo è nei confronti delle manifestazioni che realmente hanno qualcosa da dire, né per quei gruppi che da molti vengono evitati a causa dell'uso massiccio di feedback e delay. In sostanza, un evento da ricordare e rifare, rifare e ancora rifare. Il "Firenze Odia" ben pochi dei presenti se lo dimenticheranno e per coloro che erano assenti mi dispiace, molto. Si son persi uno dei pochi moti di rivalsa musicale che questa città ha offerto quest'anno, un morso alla giugulare di tutte quelle associazioni e gruppetti da festa che riescono sempre a trovare spazi e disponibilità. Se ci fossero più concerti come quelli del 25 e 26 marzo il mondo, ma anche solo Firenze, sarebbe sicuramente un posto migliore.
Vi lascio con un po' di foto scattate da Irene Bavecchi ( http://www.flickr.com/photos/1r3 ) e con due righe, veramente due, sui gruppi che hanno animato il CPA, i veri interessati se li andranno a sentire meglio sui loro siti, o ancora meglio le prossime volte che capitano live dalle loro parti.
Venerdì 25 Marzo:
WAS
Convincenti e affiatati, si sente che c'è sintonia sul palco. Due bassi e una batteria, solo ottime bad vibrations.
TOPSY THE GREAT
Un po' stoner, molto noise, col battero molto sudato.
BUTCHER MIND COLLAPSE
Sono di Jesi e i più elettronici dei gruppi proposti, ma non male.
O.B.O.
Nel loro genere sono semplicemente il meglio che Firenze ha da offrire oggi come oggi.
PLASMA EXPANDER
Cagliaritani che ci sanno fare, ottima presenza scenica e un incisivo sound experimental.
Sabato 26 Marzo:
THE CRUELS
I giovani alla ribalta. Sound un po' immaturo, ma con molte idee, da tenere sott'occhio.
LES SPRITZ
Vero power trio con veri musicisti.
DON VITO
I tre di Lipsia ti uccidono con un noise suonato magistralmente. Senza Palco, ampli a mille. Per me, concerto dell'anno.
MIRANDA
Lampi di genio dance/noise.
KARL MARX WAS A BROKER
Sempre una certezza, tra manciate di loop e fill.
Articolo a cura di:
Tommi 'Jena' Fantoni
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