"Dipende dai Giorni" sancisce il debutto sulla scena indipendente italiana del trio fiorentino Malvachimica. Prima di sprecare qualsiasi parola a riguardo, è necessario chiarire già da ora che l'esordio, anche dopo reiterati ascolti, lascia poco o niente. Figli di un pop-rock alternativo tutto nostrano (Malfunk, Tre Allegri Ragazzi Morti), i Malvachimica tentano attraverso una sin troppo semplice scrittura musicale – semplicistica è d'altra parte il termine che più le si addice – di raffigurare un quadro di sentimenti e sensazioni orgogliosamente provinciali ed adolescenziali. Le tematiche si sa, sono da sempre quelle, specialmente nell'ambito della giovane musica rock; ma le parole sono importanti e c'è modo e modo di dire le cose. Già di per sé la tavolozza espressiva del trio è contraddistinta da una povera cromaticità e, sebbene vi siano qua e là tentativi di timida poeticità espressionistica, i colori ne risultano sbiaditi, già visti, ridondanti. Ma quando questa povertà lirica è sorretta da una linearità musicale priva di spunti o tentativi di estremizzare attraverso la musica la presunta drammaticità della materia, allora il castello di carte collassa ineluttabilmente su se stesso. Forse sarebbe il caso per questi giovani ragazzi di rimescolare il mazzo e riconsiderare le loro ambizioni artistiche; sono bravi musicisti, le doti possono essere pazientemente coltivate (molto buona la prestazione del cantante) e, col tempo, un seme piovuto sulla pietra potrà scivolare sulla terra fertile. Tempo al tempo. Aspettiamo e dimentichiamo il passato.
Recensione a cura di:
David Matteini
Testo imbarazzante...
RispondiElimina