The Rent: Making Confusion EP [2009]


L'opinione più ricorrente sui The Rent che serpeggia nella mente di molte persone, le quali magari non si sono neanche mai prese la briga di ascoltarne le canzoni è: 'sono giovani'. Questa ultima demo smentisce in toto le suddette malelingue, ricordando a tutti che sì, quando hanno cominciato i quattro fiorentini erano quasi dei bambini, ma che da allora è passato del tempo, sono state incisi molti EP e sono stati calcati altrettanti palchi da queste nuove leve della musica nostrana (che, sotto questo punto di vista, nulla hanno da invidiare a gruppi un pò più 'adulti'). In quest'ultimo lavoro la band fiorentina si libera finalmente di quel vestito sonoro fatto più di forma che di sostanza che li metteva faccia a faccia con l'idea dell'ennesima copia dei Kooks o dei Los Campesinos! (senza voce femminile, naturalmente) o delle band britpop più banali. I The Rent si spogliano dei pregiudizi passati e compongono nove tracce in cui spicca l' agognata maturità musicale che tanto hanno cercato da quando hanno iniziato: grazie a un pop incisivo e accattivante tutti gli elementi della band spogliano fino all'osso la musica da cui prendevano ispirazione e il genere che li ha visti nascere, mantenendone solo le parti più importanti (come i riff orecchiabili e i ritornelli con cori freschi e impeccabili) e cercando di andare oltre i propri limiti (o almeno quelli che si erano imposti con le demo precedenti) avventurandosi con perizia in pezzi più sperimentali e difficili: prendere ad esempio Outro, traccia strumentale in cui due chitarre acustiche si slanciano in una sorta di duetto spezzato solo dalle sviolinate dell'archetto sulle corde. I The Rent mettono in questo lavoro tutta la loro sensibilità musicale e personale di ragazzi che si affacciano all'età adulta, ricamando canzoni pregevoli per qualità vocale (molto più profonda rispetto al passato) e arrangiamenti. I quattro fiorentini non dimenticano tuttavia quella vena giocosa e genuina che li ha fatti arrivare dove sono adesso ed è ad essa che rendono omaggio con pezzi che sanno del loro passato, tracce spontanee e divertenti in cui gli arpeggi e i giochi sulle note si sprecano (Jasmine). Una demo complessa dunque, fatta di passaggi elaborati e momenti più rilassati e che, nonostante il titolo, non esprime affatto un'idea di confusione. Tutto il contrario.

Recensione a cura di:
Tommi 'Jena' Fantoni


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